Il circolo in cui giochiamo ha leggi molto precise che è necessario conoscere approfonditamente e rispettare. Sono due i libri che regolamentano il circolo; esiste un libro delle regole, comprendente tutte le nozioni tecniche relative al gioco puro, e un libro per la disciplina, comprendente norme di indiscutibile rigidità.
Nel libro della disciplina vengono altresì indicate le cariche gerarchiche e le modalità di accesso al circolo stesso. Non mi dilungherò a spiegare con precisione i due libri ma, per comprendere meglio il racconto, è di assoluta necessità una spiegazione sebbene concisa. Rimando ai libri stessi per i lettori che vorranno avere maggiori dettagli.
Per poter partecipare al nostro campionato è necessario passare un anno da attendente. L’attendente è una persona che non ha diritto al gioco. Gli è concesso osservare giocare i membri se questi acconsentono. Un attendente può essere allontanato dal tavolo da gioco, da qualsiasi membro, senza che vi sia la necessità di dare alcuna spiegazione.
Noviziato è il primo grado che viene attribuito al giocatore iniziato al circolo. Il Noviziato può presentare un nuovo attendente se il Gran Maestro dal quale deriva concorda con la scelta.
Ci sono poi delle deleghe alla norma, come nel mio caso e nel caso di Enriquez , se la persona dimostra di avere particolari meriti.
Infatti noi siamo entrati nel club direttamente come adepti, io tre anni fa, Enriquez appena l’anno passato ma subito promosso ad adepto superiore per aver vinto il campionato. Grande fu il mio disappunto.
Era capitata a me la medesima sorte il primo anno che mi sono iscritto, ma, anche se promosso di qualifica ad adepto superiore non mi hanno attribuito la medaglia del campionato per presunte irregolarità mai spiegate.
Non posso ora, in questa sede, mettermi a discutere sulle vere motivazioni per le quali non mi è stato riconosciuta valida la mia vittoria perché, purtroppo, risulterebbe per me troppo sconveniente.
A causa di questo io non potevo fregiarmi della ambita composta da un cerchio in oro con 4 tondi a distanza di 90 gradi stilizzante il tavolo da gioco con i quattro giocatori.
Dovevo sottostare alle decisione dei Gran Maestri, non feci contestazioni.
Per completare queste brevi nozioni illustrerò, in base alla scala di importanza, i gradi gerarchici del club: come dicevo il più basso, il primo grado, è il noviziato; segue il noviziato superiore per il quale si necessitano 3 anni di esperienza di gioco; per passare al grado di adepto servono 6 anni di gioco o la vincita di un campionato; per accedere al grado successivo, il grado di adepto superiore sono necessari 9 anni di gioco o 3 anni dopo la vincita di un campionato, il grado di maestro si ottiene solo vincendo, dal grado di adepto superiore, un campionato. Il grado di Gran Maestro non si può ottenere, al lascito di uno dei 4 gran maestri, il consiglio, con la votazione della maggioranza, può scegliere tra i Maestri chi far entrare nella più suprema Elite.
Io ed Enriquez siamo stati presentati da due Gran Maestri diversi, io provengo dalla scuola delle “ Picche “ lui invece dalla scuola di “ Cuori “ rivali ormai da quasi un secolo.
Il campionato scorso ho perso per soli 2 punti arrivando secondo.
Fatte le dovute presentazioni era giunto il momento della cena che, come consuetudine, si teneva prima del gioco.
Ci servirono nel salone principale di grande ampiezza e pomposo come sempre.
Le serate passate a giocare a carte sono sempre piacevoli, si gusta tutto il meglio che la vita può offrire e non cambierei con nessuna altra serata di qualsivoglia genere la serata passata al club.
Il cibo, come sempre ottimo, è particolarmente raffinato. Ci vennero serviti per primi alcuni antipasti di salumi e formaggi locali con un ottimo vino bianco, si passò poi alla selvaggina accompagnata da un vino rosè sempre pregiatissimo.
Tutto era completamente gratuito e queste persone nobili godevano della nostra compagnia almeno quanto noi godevamo del trattamento riservatoci.
Finita la cena era il tempo del caffè, consumato nella veranda dove si eseguivano musiche piacevolissime.
Era giunto il momento di recarsi al lavoro, ci aspettavano almeno sei ore di gioco e, posso assicurare, tanto è emozionante quanto sfibrante.
La prima partita, dopo il campionato appena passato, dovevo assolutamente vincerla. Era la condizione per un meritevole riscatto.
Il tavolo nel quale dovevo giocare era formato da Enriquez e da due dei quattro noviziati. Questo, a mio avviso, per permetterci una sfida diretta senza che qualche altro bravo adepto o maestro semplice avesse potuto interferire nelle nostre giocate.
Anche se il poker è un gioco da quattro persone, le sfide che mi vedevano coinvolto con Enriquez erano particolarmente incentrate esclusivamente sul nostro duello.
Molti avevano notevole interesse nel seguire le nostre partite perché, oltre al puro gioco di carte, vi era una sfida psicologica a suon di dialoghi ambigui che, come lame affilate, cercavano di pungere l’avversario.
I due noviziati che giocavano al nostro tavolo erano: il Ghirlandino e Samma.
La campanella diede inizio ai giochi:
- In qualità di vincitore del campionato scorso, io Enriquez, chiedo di poter procedere alla iniziazione del mazzo, se lor signori sono d’accordo.
- Che si proceda e che le porti la fortuna di cui ha bisogno Sir Enriquez – fu la mia risposta
I noviziati si limitarono semplicemente ad annuire con il capo evitando di rispondere o controbattere.
Conosco la sensazione che si prova nel trovarsi di fronte a strani termini che si usano nel campionato; è come trovarsi intorno a degli estranei e non sapere come comportarsi, nei due noviziati era incredibilmente palpabile un notevole disorientamento, segno che l’anno passato ad osservare non portava buoni frutti.
- Apro il mazzo, Sir Chenov vuole controllare –
- No proceda pure, la controllo benissimo dalla posizione in cui mi trovo, grazie per la premura-
- Allora ecco, dispongo le carte in quattro parti come i quattro segni, sposo il primo segno con il terzo e il secondo con il quarto.
Enriquez amava usare il termine sposo per indicare che mischiava le carte e, sinceramente, anche a me non dispiaceva.
- Scindo il primo mazzo in due mazzi e scindo il secondo mazzo in due mazzi e sposo il primo con il quarto e il secondo con il terzo
Durante questa operazione chi doveva fare la carte cercava sempre di mischiarle con qualche trucco e abilità di mano ma, per sua sfortuna, Enriquez in questo non eccelleva e mentre cercava una rotazione ardita del mazzo tre carte uscirono e caddero rivolte sul tavolo, tra queste si rovesciò anche una donna di picche.
- La vostra signora si mostra Sir Enriquez – dissi con tono ironico sapendo che Enriquez non aveva una compagna
- Non può stare senza guardarmi – mi rispose come se nulla fosse
Uno dei due attendenti, che era ospite al nostro tavolo come osservatore, rise a questo stupido scambio di battute ed io ed Enriquez con fare disinvolto lo invitammo a lasciare il posto, più per impaurire i nostri avversari che per il fastidio che ci aveva arrecato.
- Chi vuole assistere alla nostra partita non deve parlare, ridere o procurare noia, che sia chiaro – esclamò Enriquez
- Chi vuole assistere alla nostra partita sia il calco di un gesso e nulla più – improvvisai io
I nostri compagni di gioco erano sempre più disorientati e leggermente intimoriti dal nostro fare, questo è il bello del gioco.
– A mio avviso il mazzo è iniziato-
– Confermo – fu la risposta congiunta dei due novizi a dimostrazione che forse, qualcosa avevano imparato
– Confermo – risposi
Io sedevo di rimpetto ad Enriquez. Sulla destra avevo Ghirlandino e sulla sinistra Samma. Erano due ragazzi molto giovani, appena diciannovenne il primo e poco più che ventenne il secondo, io ed Enriquez coetanei, sembravamo molto più vecchi anche se avevamo appena 28 anni.
- Spezzi il mazzo – disse Enriquez a Samma
- Prego – fù l’unica parola di risposta
- Nel rispetto delle norme chiedo che la prima mano non si parli, è chiaro Sig. Chenov? –
Non risposi, ovviamente.
Avevo in mano delle carte valide, aspettavo che Ghirlandino parlasse; se avesse aperto avrei rilanciato per intimidire; se non avesse aperto avrei passato la mano per nascondere il punto.
Ghirlandino pensò molto, non capiva cosa aveva in mano? Avrei voluto dirlo ma Enriquez aveva inibito il parlare alla prima mano e l’ordine andava rispettato.
Poi il fatidico – passo –
- Passo – fu ovvia la mia risposta
- Passo – Samma
A questo punto potevano accadere due cose; se Enriquez passava avevo sprecato un buon punto iniziale, se Enriquez apriva avevo una buona copertura.
– Passo – disse Enriquez storcendo la bocca
Non bisogna ritenere che sia buttato al vento un buon punto anche se non giocato, in fondo, se i tuoi avversari non possono scontrarsi con te , con un buon punto realizzi poco.
Ora toccava a Ghirlandino fare le carte, mostrò di avere una buona abilità di mani e una buona padronanza delle carte, non glielo si poteva negare.
Dopo una prolungata mescolata fin troppo protratta fece alzare o, scusate, spezzare ad Enriquez che, di colpo, bussò sul mazzo dicendo:
- A Lei la libera distribuzione –
- Alzare era faticoso giusto? – così mi rivolsi a lui
- Non meno di riuscire a batterla – mi rispose
Bisogna ammettere che anche Enriquez aveva preso una buona confidenza con la parola e anche lui, oltre ai Gran Maestri mi sapeva mettere, di tanto in tanto, in difficoltà. Così incassai e perdetti questo scontro verbale in attesa di sfoderare qualcosa di più valido per la prossima volta.
Ero il primo di mano e questo, ovviamente, non piace mai a nessuno ma, a volte, è possibile trarne anche un buon vantaggio, basta sapere giocare ottimamente.
Avevo un punto medio alto, la badessa: ossia tre donne, considerando che non mi hanno mai portato bene e ci ho perso molti scontri potevo ritenere opportuno passare la mano ma, in questa occasione, potevano valere i vestiti che portavano, azzardai anche se avevo la donna di Enriquez, la donna di picche:
- Apro di tre punti, come il punto che porto – stavo usando un piccolo trucco, dichiarando il punto cercavo di mettere in difficoltà l’avversario.
- Non gioco – Samma si era impaurito o semplicemente non portava punto
- Gioco – Enriquez allungò a malavoglia le tre fiches di apertura
- Gioco – Ghirlandino era convinto di ciò che faceva e mi aveva leggermente insospettito.
Alla richiesta di cambio invece che cambiare due carte come da logica ne cambiai una per mascherare il tris e fingere doppia coppia alta.
Enriquez ne cambiò due: o aveva un tris o fingeva, magari avendo una coppia alta. Ghirlandino ne chiese una. Lo davo con doppia sicura.
Il piatto era interessante, erano in ballo le fiches della mano prima non giocata e una buona apertura proprio da me proposta alla quale mi avevano seguito in molti.
- Parola all’apertura-
- 3 come convenzione – risposi ad Enriquez
- più due fu la sua rapida risposta
- Vedo – disse Ghirlandino e, sicuramente aveva di più di una doppia.
Riflettei sulla situazione, Enriquez mi rilanciava ma, ormai lo conoscevo, probabilmente sperava me ne andassi, il problema era Ghirlandino che, con il suo sicuro vedo non lasciava dubbi, aveva un punto alto.
Decisi di abbandonare lo scontro.
- Tris di jack – fu il punto dichiarato da Enriquez
- Scala al Rè – fu il punto che ammazzo’ Enriquez
- Buon lavoro, ardito ma buon lavoro – così mi rivolsi a Ghirlandino
- Sentivo lo scorrere delle carte e si è incastrata una donna – mi rispose Ghirlandino
Nascosi il mio punto perché nessuno mi aveva chiesto l’apertura, grave errore da parte loro
Proprio la donna che mi mancava era venuta ad incastro a Ghirlandino ma, c’era da credergli?
Come sempre sapevo che le donne mi portavano male ma, potevo avere ragione di consolarmi, Enriquez aveva perso più di me, per quanto riguarda Ghirlandino potevo sempre recuperarlo dopo.
Presi le carte, mischiai velocemente, qualche giochetto di mano ed ecco Ghirlandino ad alzare.
Distribuii, osservai i miei avversari, Enriquez era come suo solito molto calmo, era difficile capire cosa potesse pensare, i due noviziati non li conoscevo e mi misi a studiarli.
Ghirlandino teneva le carte con due mani, poi usava la sinistra per riposizionarle, quelli che usano la sinistra di solito sono più propensi a fingere. Samma teneva le carte con una mano, anche lui usava la sinistra per sistemarle ma a chi tiene le carte con una mano non si possono applicare le stesse considerazioni. Vedremo, pensai.
Avevo cinque carte non proprio buone, non avevo punto. Una scala molto spezzata con un asso e un re che, di solito, portano bene.
C’era da considerare poi che ero l’ultimo di mano e potevo sapere prima di tutti quante carte avrebbero cambiato i miei avversari.
Samma parlò, aprì di una friches come solito quando si ha un punto basso.
Non capivo la sua giocata perché, come primo di mano, con un punto basso di solito non si apre; a meno di non volerlo far credere a posta per nascondere qualcosa di più forte ma, non era un professionista.
Enriquez rilanciò di una fiches, Ghirlandino stette al gioco, io dovetti pensare molto, poi lasciai, volevo fingere a non fare giochi arditi, per il momento. Volevo far credere ai miei avversari che temevo i loro giochi a tal punto da lasciare il tavolo, anche se ultimo di mano, costruendo l’ariete psicologico per aprire successive porte.
Per rendere ancora più pittoresca la situazione ordinai al cameriere un Martini Cocktail e una sigaretta.
Enriquez sapeva che facevo finta di essere in panne e, siccome il piatto questa volta non era dei più alti, potevo lasciare perdere una mano.
- Quante al cambio Sir Samma?- Chiesi
- Tre, grazie – Samma confermava di avere una misera coppia
- Quante per lei Signor Enriquez?
- Una, per completare il marchese – mi rispose
Ancora un punto dichiarato, non gli credevo.
- Per lei Sig. Comodino?. Ohhh mi scusi, Ghirlandino? – feci di proposito l’errore.
- Due grazie, per il marchese – rispose ironico credendo anche lui che Enriquez non avesse punto
- Ok, parola all’apertura – dichiarai
- Parola – disse Samma non aveva nulla di buono
- Due fiches per vedere le mie carte – questa la proposta di Enriquez
- Vedo le sue due – audace Ghirlandino
- Passo – era l’ovvia risposta di Samma
- Poker di jack, signor comodino ha di meglio? – Anche Enriquez ironizzava sul nome
- Esigo di essere correttamente chiamato Sig. Enriquez lei non ha diritto di storpiare il mio nome –
Il giusto risultato era stato ottenuto, Ghirlandino si era infuriato più perché il suo ottimo marchese, un full di Rè non poteva sperare tanto contro un poker di jack.
Enriquez aveva azzeccato a cambiare le carte e a creare l’illusione di non avere nulla di buono in mano.
Il povero Ghirlandino si era veramente dichiarato, a differenza di Enriquez nel suo punto. Troppo ovvio.
Era il turno di Samma per distribuire le carte, tutti avevamo gli occhi sulle sue mani incerte, intento nel mischiare le carte e, sicuramente, non avrebbe potuto sperare di effettuare qualche bel passaggio o gioco di mani tanto era impacciato.
Distribuì le carte, ero il penultimo e, considerando che l’ultimo era Samma non avevo di che preoccuparmi per la posizione.
- Passo – Enriquez come primo di mano
- Passo – Ghirlandino come secondo
- Apro di tre fiches – ancora feci un’ apertura alta giustificata da una scala minima servita
- Non gioco – senza pensare troppo, questa è stata la risposta di Samma
- Gioco al suo tavolo – Enriquez ci provava
- Non gioco – Ghirlandino
Bene, era la sfida che ci si aspettava, dovevo controllare bene i movimenti di Enriquez per carpire ogni minima differenza di espressione che potrebbe lanciare un segnale.
Nel poker oltre ad essere fondamentale come si conosce l’avversario e altrettanto utile, se non maggiormente utile, sapere come l’avversario conosce te, come dai tuoi atteggiamenti capisce alcune cose. Questo, per fare ottimi bluff è essenziale.
Un mio difetto, che però è anche di grande aiuto in molte situazioni, è il fatto che quando ho un buon punto, mi viene un lieve sorriso.
Mi sono ben visto da nascondere questa mia intrinseca caratteristica perché, a volte, specie con Enriquez, quando accenno un lieve sorriso lui spesso crede che abbia un buon punto.
Ultimamente però, avendo lui notato che io di proposito accennavo il sorriso era venuto a vedermi sapendo che potevo benissimo aver fatto un bluff.
Decisi di dichiarare il buon punto facendo alle mie carte un lieve sorriso.
Vidi gli occhi di Enriquez fissarsi sul mio sorriso in maniera particolare, capii che credeva che stessi facendo un bluff, avevo notevole difficoltà a contenere la gioia che mi ero procurato creando quel tranello.
Lui cambiò 2 carte, io dichiarai di essere servito.
- Parola all’apertura – con lieve voce Samma
- Una fiches per vedere le mie carte – misi una posta piccola per vedere come si comportava Enriquez
- Più due – fu la sua risposta, credeva che non avessi nessun punto
- Tre oltre le sue due – matematicamente potevo ben sperare che non avesse un punto alto, visto il precedente poker.
- No – fu la secca risposta poi, subito dopo- le chiedo di poter vedere l’apertura –
- Scala minima – non potevo escludere di fargli vedere il punto e un po’ mi seccava, anzi, mi seccava moltissimo.
Con la mano sinistra appoggiai le cinque carte sul tavolo e con la destra afferrai il mio drink, portai il bicchiere alla bocca e bevvi una buona sorsata con aria di sfida.
Era il primo vero scontro dell’anno, avevo avuto la meglio.
Non è fondamentale avere ottimi punti, si vince se si è più forti e se si sa ingannare l’avversario. Tutto qui.
Riprese le carte Enriquez e senza troppo giocare le mischiò e le distribuì.
Ghirlandino ovviamente era il primo di mano, aveva finito rapidissimo il suo drink e aveva appena preso le cinque carte in mano. Lo osservai: mise la prima carta nell’ultimo posto in maniera decisa, quindi, anche se non è matematico minimo coppia, poi fece un clamoroso errore; appoggiò sul tavolo le cinque carte lasciano le prime 2 leggermente da parte dichiarando senza nemmeno parlare il suo tris se ne avesse cambiate due.
Io avevo 3 nove, un 7 e una donna. Non potevo lamentarmi ma mi inquietava il tris di Ghirlandino
Samma aveva gli occhi sempre più smarriti, opachi e spenti, una espressione irreale segnava il suo volto a tal punto che si potrebbe dire che sembrava di colpo invecchiato. Aveva raccolto le sue mani le carte a conca invece che tenerle belle rigide a bandiera. Samma era un perdente e capivo sempre meno perché si trovasse al circolo.
Enriquez, stava fissando le carte come si fissa un’opera d’arte, senza però capirne il senso, per cui doveva avere ben poco da osservare.
- Passo – fù l’esclamazione di Ghirlandino
- Passo – dissi io pensando che Ghirlandino provasse il suo primo bluff
- Apro di due – Samma
- Vedo il suo gioco – Enriquez
Non mi aspettavo la mossa di Smamma, non avrei mai pensato che potesse aprire il gioco e questo non era per niente rassicurante. Enriquez giocava per inerzia. Forse avevamo preso sotto gamba i nostri avversari o, forse, eravamo troppo concentrati nella nostra sfida personale.
- Vedo – replicò Ghirlandino
- Mi interessa il vostro gioco – risposi
- Egregio Ghirlandino al cambio – cortese ma con sottile ironia chiedeva Enriquez
- 2 carte per me grazie –
- Quali scarti per Lei Sig Chenov? – mi chiese per portare sfortuna
- Le due che avanzano a lei sono sufficienti per batterla caro Enriquez – risposi
- Due persone con tris, interessante! – commentò Enriquez – per lei Samma, quanti assi le debbo servire?
- Ne è sufficiente una per poterla battere – rispose Samma con tono quasi coraggioso rivolto ad Enriquez
- Ben per lei, per me tre carte ma buone, che il gioco proceda, parola all’apertura –
Appena Enriquez ebbe detto queste parole Samma usciì con una glorioso
- tre per il mio gioco –
Enriquez si soffermò a pensare, stava quasi per perdere la possibilità di rilanciare perché, come tutti sanno, è scritto nel libro delle regole che il rilancio deve essere immediato.
Era scosso dall’improvvisa uscita di Samma, gli era forse entrato un full ?
- tre più tre – Enriquez rilanciava a Samma, Enriquez doveva essere veramente armato
- vedo- Ghirlandino giocava
La situazione non era bella per me, la analizza con cura; sicuramente Ghirlandino aveva minimo un tris e probabilmente più alto del mio, aveva cambiato 2 carte e doveva essergli entrato come minimo un full per essere convinto a sfidare 2 avversari che si rilanciano. Samma aveva aperto e cambiato una carta sola, un full anche per lui? Capita spesso di vedere 2 full scontrarsi, sono gli scontri più interessanti. Ma ….. Enriquez? Aveva cambiato tre carte e rilanciato a Samma per cui: o aveva valutato Samma e Ghirlandino bassi o gli era entrato un poker
- Passo- era l’unica cosa che potevo permettermi, poco onorevole ma sensata
- Vedo fu la risposta di Samma
Era il momento di scoprire i punti. Tutti avevano visto Enriquez che mostrò il suo meraviglioso poker di 10 che fece gelare il sangue a Ghirlandino. A Samma tremava la mano ma, dopo una lieve incertezza, fiero, mostrò il suo poker di Re.
Samma aveva vinto la sua prima mano. Allungò le carte ad Enriquez, raccolse la sua vincita con assoluta calma ma con la mano tremula poi, una per una, sistemò con ordine e precisione le fiches.
Fu il turno di Enriquez per ordinare da bere, anche lui si fece portare le sigarette, me ne offri una come in segno di alleanza, la accettai.
Gli sguardi che ci scambiammo cambiarono tono, eravamo accerchiati da due novellini fortunati che ancora non hanno arte ma che, per istinto, vincono. E la cosa ci disturbava molto.
Passò un’ora e mezza, era vicina la fine del primo terzo di gioco, io ed Enriquez faticavamo a mantenere la posizione e i due nostri avversari alternavano una lunga serie di vincite a qualche mano mal giocata dalla quale, fortunatamente, entrambi, a turno, riuscivamo a riprendere parte delle nostre perdite.
Squillò la fatidica campanella dell’ultima mano prima della pausa ma, siccome avevamo appena terminato una mano ci fermammo immediatamente.
Mi recai al primo piano dove giocavano i tavoli dei gran maestri e trovai il mio alla fine della scala
- Come va caro amico? – mi chiese –
- Stiamo pasturando anche troppo, egregio – risposi
- I novellini sono insidiosi –
- Si, anche troppo, non riesco a concentrarmi su Enriquez
- Lui come va?
- Pastura bene anche lui, anche più di me, il problema sarà raccogliere i frutti il prima possibile
- Mancano ancora due terzi di gioco, cominciate a spingere adesso e spezza il gioco con le telesine –
Seguì una breve pausa poi
- ahhh ricordati di girare la sedia prima di rimetterti a posto
- ok – la mia risposta era secca, risoluta e convinta.
Con il grado di noviziato o noviziati superiore non si poteva salire al primo piano, era la regola.
Aspettai Enriquez anche se non avevamo fissato un appuntamento, mi portò un altro drink e ci mettemmo a discutere sui nostri avversari.
Se la situazione non fosse stata così critica non mi sarei messo a parlare con Enriquez.
Non conviene parlare con un tuo avversario diretto su cosa puoi aver percepito dal comportamento degli altri compagni di gioco perché avvantaggi anche lui ma, in questo caso, si trattava per entrambi di recuperare una situazione che poteva essere particolarmente difficile ed imbarazzante al limite del disonorevole.
Tutti si aspettavano che dessimo una lezione seria a Samma e Ghirlandino e così doveva essere.
Enriquez mi spiegò che gli avevano detto che Samma era un attento calcolatore, faceva previsione su cosa poteva entrargli basandosi oltre sullo scartato anche su particolari statistiche tipo numeri ritardatari del lotto che, personalmente, considero vere e proprie scemenze.
Su Ghirlandino non sapevamo nulla ma, sicuramente, da quello che era emerso dal primo terzo di giocata, era una persona impulsiva e più facilmente irritabile, poteva riuscirci meglio metterlo in soggezione.
Il discorso completo con Enriquez risultà anche piacevole, ci davamo del lei per formalità come fanno due veri amici.
Ci intrattenemmo anche su aspetti non di gioco, cosa nuova per noi. Ma la carte erano la nostra passione, il nostro ego, la nostra anima. Nelle carte si manifestava il nostro carattere, la nostra unicità ed intelligenza. Era per noi come una religione, e noi ne eravamo i sacerdoti.
Suonò tre volte la campana segno di richiamo ai tavoli. Scendemmo le scale senza dire ulteriori parole, in grande compostezza.
I nostri avversari erano già in posizione seduti al tavolo, Ghirlandino maneggiava con le carte.
Mi sedetti, le fiches che avevo erano veramente poche, lo stesso valeva per Enriquez, si rischiava di dover chiedere il cambio.
- Telesina per riprendere – disse Enriquez che, probabilmente era stato istruito a svolgere la stessa operazione consigliata a me.
- Bene – disse Ghirlandino come conferma anche se non gli era richiesta
- Al buio – dissi io dichiarando che non avrei guardato l’ultima carta fino alla fine della mano
Samma non aggiunse parole, Enriquez mescolava le carte rapido e sicuro, fece alzare e distribuì il primo giro la carta coperta e il secondo giro la carta scoperta.
Ghirlandino aveva un jack, io avevo un dieci, Samma un otto, Enriquez un altro dieci del colore opposto al mio.
Chi ha il punto più alto decide la puntata, in questo caso, trattandosi di una sola carta scoperta aveva il diritto di parlare Ghirlandino
- due fiches –
- Gioco – dissi senza vedere realmente la carta che avevo coperta
- Gioco anch’io al suo tavolo – furono le parole di Samma mentre guardava cosa aveva coperto
- Gioco- Enriquez come me non aveva guardato la carta
Seguì il secondo giro che portava a Ghirlandino un otto, a me un jack, a Samma un Rè e a Enriquez un altro dieci.
Enriquez aveva coppia, io possibile scala, Ghirlandino una possibile scala, Samma una mancata scala. Enriquez era di mano
- altre due fiches per proseguire il gioco
- Ci sto –
- Continuo a non scoprire il punto e gioco – dissi io marcatamente
- Passo – Samma non voleva sperare, a Telesina lasciare non è gratificante
Si stava per procedere al terzo giro. Alcuni forti rumori di sala indicavano punti interessanti. La musica pareva avere un sottofondo diverso da prima. Ma le carte richiamavano la necessaria attenzione.
Enriquez esitava a scoprire la carta per Ghirlandino forse per proposito
- Non vuole uscire la sua carta, sarà disperata! –
- Spero che non le serva – fu la sua risposta
Volò con un colpo da maestro, un 9 che finì tra le carte di Ghirlandino il quale continuava ad essere in scala, a me servì un Rè anche io ero in scala ma solo ad incastro, Enriquez si servì un jack; continuava ad avere il punto più alto.
- Altre due per il mio gioco coperto –
- Sto al suo gioco – Ghirlandino sapeva con che carte giocava
- La seguo – dissi io in modo molto navigato
L’ultima carta mi fece ben sperare: un Rè per Ghirlandino, non poteva essere in scala, una donna per me: con un asso o con un 9 avevo scala. Ad Enriquez entrò un asso e continuava ad avere il punto scoperto più alto.
Guardò la carta che aveva coperto e disse:
- Chip – voleva giocare con il piatto e vedere se qualcuno rilanciava
- Chip – anche Ghirlandino aspettava la mia mossa
Con una mossa leggera scoprii la carta che avevo coperta, la misteriosa carta che poteva portarmi un ottimo punto. La alzai leggermente e la coprii subito, poi la rialzai molto e la osservai era un buon nove; il controllo mi dava in scala. Con aria indifferente esordii, in questa prima mano del secondo terzo con un rilancio di 3 fiches.
- Vedo – fù la risposta di Enriquez che non credeva evidentemente alla mia scala
- Vedo – anche Ghirlandino non credeva alla mia scala ma non capisco perché provava anche contro Enriquez che, scoperto, aveva un punto più alto del suo
- Scala – mi sarebbe piaciuto sapere se Enriquez aveva una doppia alta, il che, era molto probabile e perché mai Ghirlandino aveva visto senza nulla di apparentemente buono e senza grosse possibilità ma la stessa parola “ scala “ me lo impedì.
Ora era il turno di Ghirlandino fare la telesina, mischio’ bene le carte, fece alzare e distribuì le 4 carte coperte. Ricevetti un jack come prima, ricevette un jack anche Samma, un dieci per Enriquez e un altro jack per Ghirlandino il che mandava a monte la mano perché erano uscite come carte di apertura 3 uguali.
Era il mio turno, mescolai bene, feci alzare e distribuii.
Asso a Samma, dieci a Enriquez il quale era proprio attratto dal numero visto la grande quantità di dieci che stava ricevendo durante queste mani, otto a ghirlandino e Donna per me –
Samma era il primo di mano ma decise di non puntare.
- Uno per rendere il gioco al minimo interessante –disse Enriquez
- Vedo il suo uno – disse Ghirlandino
- Più due per renderlo del tutto interessante – dissi io
- Vedo –
Il secondo giro portò un jack a Samma, un Rè ad Enriquez, un altro otto per Ghirlandino che ora aveva coppia, un’altra donna per me che andava a formare una coppia piuttosto alta.
Avevo il punto più alto decidevo la puntata:
- Altre tre per il mio gioco
- Vedo –
- Vedo –
- Vedo –
Furono molto veloci nelle risposte, erano curiosi di vedere come sarebbe proseguito il gioco di questa Telesina.
Un otto a Samma che non serviva a nulla, un jack ad Enriquez, un nove a Ghirlandino e, prima di vedere la carta che mi stavo per dare dissì:
- La terza donna per chiudere i giochi –
Così fù, mi era entrata la badessa. Come dicevo, la badessa di solito mi porta molta sfortuna ma, a Telesina, una badessa servita e scoperta incute molto timore.
Non fu necessario fare la puntata, tutti passarono ed ebbi vincente anche questa mano.
La Telesina mi si era affacciata benevola anche se avevo dimenticato di girare la sedia.
Era il turno di Samma, fece la Telesina e vinse ma le puntate erano state modeste e il gioco poco interessante.
Tornava il giro del poker e la mano toccava nuovamente ad Enriquez. Seguirono 6 o 7 mani in cui io ed Enriquez eravamo tornati ad avere il sopravvento nelle vittorie ma quello che realizzavamo non era considerevole. I nostri avversari o si erano chiusi o non volevano rischiare e aspettavano di inanellare mani più fortunate. Altre 6 mani passarono senza infamia e senza lode, si mantenevano le posizioni, Io ed Enriquez eravamo ancora leggermente perdenti poi, il tracollo avvenne durantele ultime 6 mani del secondo terzo che ci portarono nuovamente ad una situazione di difficoltà e, almeno io, non potevo reagire con le carte che mi ritrovavo e non potevo neanche fingere bluff, non me lo sentivo.
Quando vuoi fingere un bluff, devi essere il primo a convincerti che gli scarti che hai in mano sono un ottimo punto, altrimenti rompi l’incantesimo e ti riconoscono con un niente. Non devi vedere le effettive carte che hai in mano ma quelle che avresti voluto avere e devi figurarti di avere materialmente il punto che non hai.
In quelle ultime 6 mani non ero convinto di nulla, per cui sbagliai spesso a scartare e a scegliere quando giocare o quando andarmene.
Squillo la campanella dell’intervallo, io ed Enriquez congiuntamente senza rivolgere la parola agli avversari andammo a riferire la nostra cattiva situazione ai rispettivi gran maestri:
- Emi hai girato la sedia? –
- No mi sono dimenticato- dissi con aria grave
- Cosa ti avevo detto, gira la sedia. Almeno la Telesina è stata lanciata?
- Si, quella ci ha reso, altrimenti avrei già dato forfait
- Non ti vedo convinto, tu sei un campione, gioca da tale, non puoi permetterti di perdere da dei novellini come loro, sono stai scelti per agevolare la sfida con Enriquez. Questo e quello di cui voglio sentire parlare prima della prossima partita.
- Sarà fatto
- Bene vammi a prendere qualcosa da bere, prendi una bottiglia di bianco frizzante e qualche stuzzichino –
- Vado a dirlo al cameriere –
Scesi al primo piano per chiedere ad un cameriere una bottiglia e qualcosa per un breve intermezzo e, con aria sicura tornai al primo piano.
Mi sedetti ad un tavolino aspettando il cameriere, arrivò Enriquez.
- Hai ordinato da bere?
- Si, vino bianco frizzante
- Bene, mi aggrego a voi… che ne dici?
- Puoi stare tranquillamente –
- No, scemo, dicevo che ne dici dei pivellini? –
- Lo so cosa intendevi, dobbiamo distrarli, io appena torno giro la sedi, tu … fai uguale – ma come mai ci diamo del tu?
- Semplice, perché perdiamo… Diamoci del Voi al tavolo, ai visto qualcosa?
- Si, dei punti mancati
- Ho avuto un colore ma mi sono mascherato e voi non avete giocato –
- Un classico, del resto niente?
- Nulla –
Arrivò il cameriere con la nostra ordinazione, eravamo riuniti in quattro, io enriquez e i rispettivi gran maestri, neanche una parola è stata aggiunta sulla partita ma tutti eravamo consci che non c’era alternativa, dovevamo colpire e affondarli per poi sfidarci.
Assaporammo un buon bicchiere di vino e io mangiai anche 2 tartine con un patè che non conoscevo ma che mi risultò ottimo al contrario delle focaccine alle erbe che proprio non riuscivano a gratificarmi.
Enriquez mangiò anche lui qualcosa, una rarità a dire il vero, era sempre inappetente, poi, insieme, scendemmo le scale per tornare al nostro tavolo.
Appena arrivati prima io, poi lui, girammo la nostra sedia di 360 gradi come ci era stato detto poi, come nulla fosse ci sedemmo al tavolo.
- Terzo ed ultimo gioco, il gioco finale dove è necessario smettere di pasturare – disse Enriquez
- Ci è stato detto di smettere di pasturare, così sarà fatto – dissi io
- Siate accorti a non cadere nella vostra stessa rete – ci disse Ghirlandino
- Non si preoccupi non capiterà – disse Enriquez
Riprese Enriquez la distribuzione delle carte, il primo servito, Ghirlandino passò il gioco.
Mi si presentavano le stesse carte della prima mano del primo gioco, tris di Re passai ugualmente il gioco per rimanere coperto. Samma aprì di 3 fiches, denotava un buon punto o sfruttava la sua situazione di superiorità. Enriquez passò, non aveva nulla di buono. Ghirlandino punto le sue tre fiches per giocare e così feci anche io.
Ghirlandino cambiò 3 carte, io ne cambiai una per fingere una tentata scala o doppia coppia, Samma ne cambiò 2 o aveva tris o coppia alta.
- Parola all’apertura – disse Enriquez
- 3 come prima
Ghirlandino passò
- più tre per vedere le mie carte Sig. Samma
Samma non si aspettava il mio rilancio. Stava pensando molto, non poteva più rilanciare, cosa stava sospettando? Credeva in un mio bluff? Quello che è certo è che non poteva avere un punto eccezionale ed era molto turbato da questo.
- Vedo – fù la sua risposta
- Full di Rè
- Sufficiente – replico Samma
- Apertura- fù la richiesta di Enriquez
Samma mostrò 2 assi e non credo avesse troppo di più.
Era cominciato sotto un buon segno il terzo gioco.
Le carte spettavano a Ghirlandino che chiese cortesemente di poter lasciare il tavolo per 5 minuti per poter andare in bagno.
Fù preso in beffa da me e da Enriquez perché, in effetti, aveva avuto tutto il tempo di recarsi in bagno nella pausa appena effettuata.
Poi fù concesso.
Al suo ritorno io ed Enriquez eravamo nuovamente intenti a bere un altro Martini cocktail e a fumare una sigaretta. Samma aveva chiesto un bicchiere di bianco.
Ghirlandino stava facendo le carte con molta grazia e con una certa serenità. Io ed Enriquez lo fissavamo e lui si era accorto di ciò
Distribuì le carte.
Avevo 2 assi, un 7 un 9 e un rè. Passai la mano
- Passo – anche per Samma
- Apro di 2 –
- Gioco
Io pensai per due/tre minuti per fare finta di non sapere se giocare o meno poi puntai la posta richiesta e chiesi 2 carte al cambio
Tre carte fu la richiesta di Samma, tre anche per Enriquez e due per Ghirlandino.
Avevo nuovamente un full di Rè, il cambio finalmente mi era fortunato e non avevo aperto.
- due per continuare il gioco – disse Enriquez
- no – a Ghirlandino non era entrata la scala
- più 5 per vedere le mie carte .- dissi
- arriviamo a 10 per vedere le mie- disse Samma
Enriquez senza pensarci un attimo lascio’ il tavolo. Rimaneva la sfida tra me e Samma. Lui aveva cambiato 3 carte, forse credeva che non avessi nulla e che io stessi bluffando. Siccome era un calcolatore e si basava sulle statistiche forse non credeva che potessi avere nuovamente lo stesso full. Puntai molto su questa ipotesi e rilanciai su di lui con un ulteriore 10 che poteva benissimo rovinare la mia serata irrimediabilmente.
Qualcosa nel viso di Samma diceva che si stava struggendo e che i suoi calcoli erano in crisi.
Questo mi portava sollievo. Era probabile che avesse un punto alto ma non come il mio full.
Dopo alcuni minuti di ragionamento uscì con questa parola dal sapore di ghiaccio:
- Vedo
- Ecco il mio amico, il marchese full di Rè con assi
Era incredulo.
- Lei quindi ripete il punto ? – disse con voce tagliata
- Come ben vede –
- Non è nuovo a questi giochi il Sig. Chenov ma, non sono stati sufficienti lo scorso campionato.
Enriquez marcava il fatto che l’anno passato avevo perso il campionato contro di lui.
Io non risposi e il gioco proseguì con buon tono e armonia. I punti cominciavano ad entrare e presto sia la mia posizione sia quella di Enriquez prendevano sostanza.
Si poteva fare dei bluff molto più spesso e i nostri avversari erano entrati in profonda crisi. Ci venivano a vedere quando avevamo punti e ci lasciavano la mano quando eravamo bassi.
Continuavamo a vincere ad un ritmo non esasperato ma costante. Sempre più forti della posizione che avevamo creato potevamo permetterci anche qualche bluff molto azzardato che riusciva a passare senza troppi sospetti.
Si stava delineando una sfida unita con Enriquez, non ci preoccupavamo di scontrarci ma pensavamo a condurre il gioco per nostra personale rimonta.
Mancava poco meno di un quarto d’ora al termine e potevo essere certo di aver recuperato Ghirlandino, il quale aveva notevolmente perso vigore durante l’ultimo periodo e spesso non stava al gioco creando una difesa molto debole. Samma anche se spesso martoriato aveva avuto ugualmente vinta qualche mano consistente e non era ancora stato roso dalla nostra lava. Enriquez doveva avere più o meno la mia posizione.
Era giunto il momento di passare all’attacco di Samma.
Ghirlandino distribuiva le carte a malavoglia. Samma era concentratissimo, Enriquez pareva molto divertito dalla ripresa del punteggio a suo favore, io finsi di essere deluso e ordinai un’altra sigaretta accompagnata da un altro Martini Cocktail.
Avevo ben tre Re di apertura, ero il primo di mano, i Re durante quella sera mi accompagnarono spesso.
- passo – azzardai
- passo – fu’ la rapida risposta di Samma
- passo – anche ad Enriquez mancava la coppia di jack per aprire o anche lui nascondeva il suo punto
Era giunto il momento di Ghirlandino, avevo passato di proposito anche con il mio punto alto per nascondere il gioco. Me ne stavo per pentire perché Ghirlandino tentennava ad aprire e, visto le sue ultime giocate, credevo proprio che non avesse aperto.
- Apro di 2 – fu il suo verdetto
- Più 2 – riuscii a rilanciare rapido come di dovere
- Passo – Samma non entrava in gioco
- Vedo – Enriquz mi sfidava
- Vedo il suo rilancio – Ghirlandino non poteva abbandonare la giocata, sarebbe stato troppo penoso e disonorevole.
Chiesi 2 carte al cambio anziché una dichiarando il tris. Volevo che i miei avversari credessero che facessi finta di avere tris e nascondessi una coppia alta.
Enriquez cambiò una carta, Ghirlandino 2, potevo essere quasi certo della sua doppia coppia sul primo.
Tutti guardavano le loro carte come a delle muse, tutti stavano pensando come proporsi nel gioco e cosa rispondere in base alle varie alternative che potevano nascere. Mi aspettavo o chip o parola da Ghirlandino, questo mi avrebbe abbastanza assicurato sul fatto che il suo punto non poteva essere dei migliori. Enriquez era impassibile.
- parola – Ghirlandino disponeva in questo modo
- chip – fermavo il gioco
- passo –
Non mi aspettavo che Enriquez passasse così rapidamente la mano, aveva accettato il mio rilancio ed ora non giocava, questo mi insospettiva.
- 5 per vedere le mie carte –
A queste parole di Ghirlandino rimasi stupito ma subito, secca, impostai la risposta
– più dieci
Era un rilancio anomalo quello di Ghirlandino, non potevo far altro che contro-rilanciare immediatamente in maniera spropositata cercando di creare più scalpore nel mio avversario che in me.
Il cambio non aveva agevolato il mio punto e avevo ancora esclusivamente 3 Re. Avevo visto un asso, una jack. Al loro posto erano entrati un otto e un dieci. Che Ghirlandino avesse i restanti 3 Assi ?
Passarono molti secondi di grande tensione, il suo viso si stava corrugando notevolmente, accennava ad un lieve rossore, la rabbia gli si stava accumulando spaventosamente, era teso e si sentiva osservato da mille persone e, quello che credo gli desse più fastidio era il mio modo tranquillo e indifferente, tutti stavano aspettando una risposta da lui poi Ghirlandino, stremato disse:
- Vedo –
- 3 Rè e nulla di più –
Ghirlandino sconsolato e riluttante appoggiò sconfitto le sue carte, Enriquez per molestarlo chiese l’apertura e gli furono mostrate due donne. Probabilmente aveva tris di donne e meglio detto badessa.
Da quando gioco a poker, la badessa o tris di donne ha sempre portato male a tutti, a me in modo particolare. Raccolsi i punti del mio piatto, Ghirlandino era steso, non poteva far altro che aspettare la fine del gioco che sarebbe avvenuta di lì a poco.
Era solo leggermente sollevato perché ora, la pressione alla quale era stato sottoposto era minore, la condanna già avvenuta.
Ormai il più era deciso. Nelle ultime mani Samma ha cercato un recupero non riuscito, Ghirlandino rimase stabile e, come era prevedibile al conto del punteggio eravamo destinati io ed Enriquez.
Un altro drink era il manifesto e suggellava la nostra inattaccabile vittoria. In concordia con Enriquez chiesi ci venisse servito un Aberlour di 15 anni accompagnato da un bicchiere di acqua gassata. Ghirlandino e Samma non avevano voglia di alcunché.
Il terzo trillo squillò potente e prolungato, io ed Enriquez ci alzammo, Samma e Ghirlandino contavano i loro punti.
- Dove andate? – ci chiese Ghirlandino
- Al piano di sopra per una riunione – rispose Enriquez
- Non contate i punti ? –
- Per quello c’è tempo, conservateli e abbiatene molta cura, signori noviziati – Risposi io
Dovevamo fare anche questo affronto ai nostri compagni di gioco che hanno cercato di farci fare pessima figura di fronte alla più alta gerarchia del club. Trovammo i nostri Gran Maestri che già erano informati che uno di noi aveva vinto al tavolo, l’altro era arrivato secondo ma, attualmente, dopo ben 45 giorni da questo evento ancora questi punti non sono stati contati. Il mio mazzo lo conserva Ghirlandino, Il mazzo di Enriquez lo conserva Samma.
Il punteggio verrà reso pubblico esclusivamente a fine campionato. E tutto avverrà con sommo divertimento di tutti, eccetto alcuni.
FINE.