Sono in un fiume quasi in secca con l’acqua molto bassa. Il fiume è molto pulito ci sono 2 persone che seguono la corrente. Io ho in mano un gomitolo che funge da vela, ed esponendolo mi permette di girare per il fiume e di avere un notevole controllo sul mio movimento. Arrivo ad una rotonda. C’è una fontana e diversa gente. Giro e torno indietro ma il gomitolo non funziona più tanto bene. Mi trovo nella sala di un albergo ove risiedo, c’è un tavolo che credo da stecca e vedo passare un mio conoscente, ho una sete incredibile e lui mi lancia una bottiglia di acqua quasi finita, cade per terra, riesco a raccogliere e mi disseta.
Giro per l’albergo e guardo fuori. E’ una bella cittadina, mi ricorda Amsterdam.
Davanti al nostro albergo c’è una discoteca-casinò nella quale mi troverò più tardi.
Vado a mangiare qualcosa in alcuni negozietti su una strada molto illuminata, mi pare di guardare i negozi. Sono su un aereo che parte dalla Sicilia e deve arrivare Bologna ma verso Napoli cominciamo a precipitare. Ho la netta e prolungata sensazione di stare precipitando e sento vuoto nello stomaco. Passano diversi minuti e mi chiedo come sia possibile non essersi ancora schiantati, mi rassegno al fatto che lo schianto sia fatale, poi penso che sto sognando, e che sono nella mia camera, ma la sensazione di stare precipitando non passa. Mi trovo dentro al casinò-discoteca e sono in giro con delle mie amiche. Incontro mio padre e poi mia madre che non sa parlare la lingua.
Mi mamma va a fare un bancomat poi scappa. Io e mio padre la seguiamo, lei sale e scende da un taxi. I soldi che aveva preso dal bancomat me li trovo io in mano se pur non me li abbia passati.
Le passo i soldi. La accompagniamo in albergo, finisce il delirio.