Il Marsalino risulta il locale ove faccio gli incontri più particolari.
In settima vi ho conosciuto altre due ragazze. E’ successo più o meno così:
Trovo un bel parcheggio largo, quasi miracoloso, senza nemmeno girare tanto. Lo sottolineo perché non ero molto dell’umore di stare ad andare nel parcheggio di 8 agosto e farmi una camminata, se pur corta.
Così arrivo al locale molto allegro per via di questa piccola fortuna. A volte basta poco! Sono quasi già gasato e di buon umore. Capitano sempre belle cose quando sei di buon umore!
In una via vicina mi accorgo di un appartamento con il cartello “affittasi”.
All’ingresso dell’osteria c’è una ragazza molto slanciata, ma sul momento ci faccio poco caso.
Non c’è molta gente nel locale, mi metto al bancone e chiedo un amaro. Al limite del bancone è apparecchiato per due e c’è una ragazza carina, giovane, capelli castani lisci, viso molto dolce, molto composta nell’aspetto e nell’atteggiamento.
Comincio a raccontare ai ragazzi del locale le mie solite cretinate. La ragazzina sta ad ascoltare il mio monologo incuriosita, le rompo la noia. Parlo dell’ultima serata che ho passato al Teatro Manzoni al concerto, e del divertimento che mi procura vedere l’abbigliamento di altri tempi delle signore anziane. Cosa ci vado a fare in mezzo alle signore anziane al concerto di musica classica? Potrei rispondere sia poco che molto, sarebbe lecito, vado per passione per il concerto, poi non riuscendo ad incrociare una buona nipote provo ad abbonirmi la nonna, sia mai che funzioni! La ragazzina, in attento ascolto, si mette a ridere di gusto. Qui mi dovete permettere una ulteriore digressione, forse anche lunga. La scorsa estate mi ero recato in moto con un mio carissimo amico a Stresa in occasione del famoso Festival di Musica classica. Arrivammo al primo concerto in scaletta di musica da camera proprio in moto, vestiti ed attrezzati come deve essere un vero motociclista. Eravamo gli unici giovani, inoltre vestiti da centauri, in un ambiente di signori e signore distinte in abiti classici. Non ci mise in crisi la cosa, anzi, eravamo molto ben visti. Improvvisamente una signora che pareva uscita da un ritratto dell’800 con accento prettamente tedesco, vestita con un rosso antico, capelli molto pomposi, dall’aspetto severo ci disse: “ voi ragazzi Motoradd, Motorad? Molto brafo. A Ragazzi come voi piacerebbe presentare mia nipote. Quella solo rock, turo turo e solo rock” –
Per tutto il tempo precedente al concerto abbiamo avuto modo di conoscere questa “contessa” austriaca e la sua combriccola di amiche. La Contessa doveva avere un’abitazione abbastanza importante in quanto lei programmava, specie sotto Natale, degli Houze-concezrt da camera nei quali invitava vari suoi pari appassionati. Entrammo di buon grado nel suo cuore e ci lasciò l’invito per l’autunno che però non sfruttammo. Potevo sistemarmi e invece niente! Ma torniamo al tempo delle due signorine giovani.
Entra la ragazza che era fuori e si sistema di fianco alla ragazzina tutta composta che imparerò chiamarsi Ilaria ( non ricordo se si chiamasse Elena a dire il vero ) mentre l’altra Gloria.
Continuo a raccontare le mie vicende, viaggi, episodi di vita, e ovviamente del più e del meno. Mi viene improvviso un ragionamento a voce alta. Racconto che ho visto a poche strade di distanza dal locale un appartamento per me ideale, al piano terra, che affittano e mi chiedevo se non sia il caso di trasferirmi direttamente in centro, considerato che la sera sono più spesso in qualche locale del centro che a casa.
La seconda arrivata, Gloria, mi dice che un suo amico “fighissimo” e sottolinea la parola “fighissimo” con una sssss che non finiva mai, sta cercando un co-inquilino per condividere una stanza, è uno studente. Io non cerco co-inquilini…. Giacchè un appartamento c’è l’ho già, la mia era una ragione pratica più che di necessità! Capisce il concetto e mi chiede cosa studio, il che mi rallegra ancora di più della facilità con la quale ho trovato il parcheggio. Era veramente convinta frequentassi una qualche facoltà. Mi aveva preso per giovanotto. Come fossi quindi suo coetaneo, cosa sempre piacevole essendo io già diversamente oltre l’età universitaria.
Comincio a guardare con più attenzione Gloria: giovane, vamp, estroversa, mora, capelli non troppo mossi, forse un pochino troppo sottili, lineamenti da adolescente, non ancora formata, bella, a parte il cappotto, vestita male. Pareva essere uscita di corsa ed essersi messa cose a casaccio, forse le era capitato sul serio, sarebbe stato poco cortese chiederlo. Il cappotto invece era particolarmente elegante e le donava molto nel complesso della sua figura.
Non riuscivo a figurarla come una di quelle che provano a ben vestire ma non gli riesce! Mi informa, in merito alla moda, che per finanziarsi parzialmente gli studi il sabato e la domenica lavora in un negozio di abbigliamento.
La moda è la sua passione. Vorrebbe lavorare in quel ramo dopo la laurea.
Conduco il discorso per più di quaranta minuti, Gloria prova ogni tanto a farmi venire al “dunque” delle questioni, ma il mio modo di raccontare decisamente logorroico e pieno di rimandi, la “sconvolge”. Inteso, per quanto possa sconvolgere un tipo di modo di parlare.
La sua amica si diverte moltissimo, vorrebbe che Gloria mi facesse parlare all’infinito. Senza interruzioni.
Poi quasi mi stanco, come se avessi capito di dover lasciare il colpo, abbandono la sua gamba destra protesa verso di me cosicché, a dire il vero, dalla posizione fianco a fianco, potessi studiare meglio il suo modo di essere “fronte a fronte”.
Come meglio fare se non passare dietro al bancone? La vedo di fronte, molto bella ma non irresistibile, mi ricorda tantissimo la Mary [ tranquilli non apro il paragrafo.. ] , ha lo stesso taglio degli occhi scuri, allungato come quello di Cleopatra, la carnagione si può definire come velluto di un colore non scuro, neanche chiaro , possiamo definirlo denso, intenso, pulitissimo, probabile sia il trucco? Un ottimo fondo tinta ben disteso? Niente rossetto.
Si protrae in avanti continuando a sentire i miei discorsi, Ilaria invece è sempre incuriosita ma sta accovacciata su di se in maniera pacatissima e serena. Ilaria ha atteggiamenti di cui ci si potrebbe innamorare facilmente, mentre Gloria è troppo estroversa, movimentata, mi tiene troppo dietro a volte anche davanti!
Poi non c’è la fa più, mi deve venire di fianco e si siede alla mia sinistra, con me dietro il bancone, mentre io mi muovo in qua e là preparando drink.
Mi sussurra delle cose che capisco poco tipo “sei bellissimo” o “sei bello” , davvero, non no sentito bene, ma così mi pare di aver capito, dice qualcosa sui miei lineamenti poi comincia a guardare come sono vestito e prende in esame ogni mio capo, per ultimo i jeans. “sei tutto firmato” “sei tutto firmato” – a me pareva di essere normalissimo, avevo solo la camicia di D&G e poco altro. Il foulard l’aveva colpita a tal punto che lo prese, lo osservò con particolare attenzione, guardandomi come chiedere “posso?” se lo mise in tasca senza che potessi rispondere “si” , – così avrei risposto avendone avuto possibilità.
Rimane con la curiosità dei jeans, la invito a controllare in bagno, e, scoop degli scoop, si chiude dentro con me. Mi calo i jeans e rimango proprio con le mutande, lei si china, controlla la marca che non ricordo nemmeno quale fosse. Io non ero in imbarazzo, lei neanche. Rimane colpita dal mio portafoglio di Tods e dalle carte di credito. Specie della AMEX oro, che tra l’altro non è mia ma dell’azienda. Devo però aggiungere che non era colpita per un aspetto prettamente venale, questo mi era molto chiaro. Era più la gag che la realtà. Usciti dal bagno veniamo colti dagli occhi dei due barristi che erano quasi increduli.
Se abbiano pensato male non lo chiesi, non è che fosse poi interessante.
Mi rimetto dietro il bancone e le mi dice: “sei un latin lover” – e ripetè “sei un latin lover, chissà quante te ne fai “
Bhè la mia onestà non ha limiti, replico “meno di quelle che pensi”
“Ma dai sei un latin lover” – insiste nuovamente
“ Si, mi piacerebbe! – replico – “ semplicemente non ne ho le possibilità “ – ridono entrambe
Poi mi risussurra delle cose ma ero preso dalle mie faccende, sempre troppo movimentata questa signorina
Ad un certo punto dopo ci siamo guardati negli occhi per un tempo indeterminabile mi dice “ ti amazzo di sesso”
“fai poca fatica! “- le replico immediato
Mi prende per mano, quasi trascinandomi, e mi porta fuori dal locale.
Ci fumiamo una sigaretta. Ad ogni passante lei dice qualcosa, troppo molesta come soggetto, si mette a parlare anche con una coppia di americani che era indecisa se entrare o meno nel locale. Non so perché lei si meraviglia del mio buon inglese. Gli americani però scappano!
Rientriamo, lei elogia la sua amica Ilaria per quanto bella e buona e ha anche ragione, non so chi delle due fosse più o meno bella, di certo Ilaria era più serena e cento volte sceglierei lei invece che la matta. Pensando esclusivamente a livello prettamente estetico, probabilmente Gloria aveva quel qualcosa in più, per la media comune degli esseri maschili. La definizione precisa si può pensare ma non dire. L’edizione di questo testo dal mio diario necessita censura. L’altra era più bambolina, in completa antitesi rispetto alla sua amica.
Mi raccontarono che si conoscevano fino dai tempi dell’asilo, come per molti che abitano in provincia, me compreso. Avevano fatto elementari, medie e superiori insieme. Se erano separate a malincuore solo all’università. Si percepiva la loro grande amicizia, dalle movenze, dagli scambi di sguardo, e dalla necessità quasi maniacale di avere contatto fisico. Quasi sincroniche nel respiro. Probabilmente si sentivano molto più che sorelle.
Poi Gloria mi chiese: “ ma tu non te la sposeresti Ilaria?”
Risposi: “ eh si certamente, specie se continua a venire qui con me!”
“Si ma se vi spostate mi portate anche a me!”
“Volentieri” – risposi
“No anzi, mi dovete poi sposare anche ma ne insieme a voi!”
“Guarda, temo di fare già fatica con una…che due proprio”
“ma lascia stare , lascia stare – Attento che ti chiudo un’altra volta in bagno e butto la chiave!”
“passerò il tempo a meditare”
“non penso, non te ne darei modo. Quando ti faccio uscire potresti essere diventato “Pazzo”
Questa mi pareva di averla già sentita. Poi finalmente si calmò, ed entrambe cominciarono a scambiare messaggi sul telefonino.
Ilaria venne più volte contattata dal fidanzato che strepita per vederla, lei pareva un po’ scocciata di questo, ad un certo punto ci dice deve proprio andare. Mi saluta con grande affetto e si veste per uscire. Gloria non vuole, cerca di farla desistere, vuole rimanere, Ilaria parte sola per via Zamboni, Gloria si veste al volo e cerca di raggiungerla. Questo conferma quanto avevo colto sulla loro necessità di rimanere a contatto fisico. Come due gatti che vivono insieme. E un po’ nell’insieme mi ricordavano l’eleganza del gatto, una era simile al Britsh blu, molto elegante, parlo di Ilaria. Gloria era, anche nei lineamenti, più peperina, simile al Bombay nero. Riflettendo si può asserire che rispecchiavano perfettamente il loro carattere anche nell’aspetto. Spero di vederle altre volte, erano entrambe due ragazze molto piacevoli e divertenti.
il venerdì successivo me ne capita una nuova. Era una di quelle serate che non volevo affrontare con difficoltà, il giorno dopo avevo una cena in abbazia con gli amici, non ho intenzione di esagerare.
Mi metto al bancone. Prendo un aperitivo, la mia intenzione è prendere qualche aperitivo, mangiare qualcosa, ed essere a casa presto per le 22 o le 23. Sarebbe stato bellissimo anche essere riusciti a scrivere qualcosa ma già passiamo al livello di “illusione”. La serata prendeva un risvolto di noia che si stava affacciando con insistenza e guardandomi storto.
Entra una ragazza slanciata, sul momento non riesco ad inquadrare bene come vestita, nel senso che forse non volevo credere bene a come fosse agghindata per quanto strano il suo modo. Non ho nemmeno capito se aveva un cappotto, chissà che diavoleria la copriva, ancora mi ci interrogo, aspetto di avere le foto per capire bene! Comunque le mancava solo il cane per essere proprio una bella “squatter” , non puzzava però….
Era carina a vedersi, me la mettono di fianco come fanno sempre quando qualche ragazza sola entra. A volte mi viene da intrattenerle altre invece non gli rivolgo nemmeno una parola, non so perché.
Diciamo che quando non scatta la chimica non scatta nulla.
Questa si chiama Flamminia, abita a Londra, è laureata in fine-art, fa l’artista o almeno ci prova. Ha passato il pomeriggio a fare biglietti di auguri di Natale che vende a 1,5 euro e ne ha venduti molti, forse 15. Si mette il pugno in tasca e estrae tutti i suoi averi che ammontano a circa 8,30 euro…..le chiedo “ma non ne avevi venduti 15? – e lei mi risponde rapidamente – “ma, si vede che qualcuno mi ha dato meno! “ dice ridendo.
Mi meravigliava da subito, nell’immediato, in particolare per quanta gioia si apprestava alla vita. Una gioia che pareva serenità interiore tremenda, quasi da paura.
Le racconto della Mary, della sua esperienza di Londra. Le racconto di me, di quello che scrivo. Mi dice di mandarle qualche mio racconto per mail che me lo raffigura. Mi regala un suo disegno di me e altri due miei compagni al bancone. Sta aspettando una sua amica che si chiama Aurora perché devono festeggiare il suo “champagne-birthday”
Imparo che lo champagne-bitrhday capita quando il numero degli anni che si compie coincide con il giorno di nascita, per cui ti può capitare di festeggiarlo solo entro i 31 anni. Scopro di essere stato tagliato fuori perché il mio “13” compleanno non è stato di certo champagne-birthday!
Entra Aurora, la sua amica è una super-topa come dice la stessa Flamminia. Lei a dire il vero ha usato il termine “gnoccolona” ma non mi suonava bene.
Non vi racconto come è vestita, anzi si, ma faccio una premessa. Per capire come è vestita sarebbe necessario leggere prima 3 libri di Isabella Santacroce nell’ordine: Destroy – Luminal e il terzo non lo ricordo non l’ho trovato!!!! Vi metto un pezzo di Santacroce che merita, la mia non-scrittrice preferita, Isabella è una entità pagana da adorare non più di 2 volte all’anno, altrimenti ti scotti, da Luminal:
“A volte penso sia stata la luna a partorirmi tra spasmi di cosce pallide sapientemente allargate tra le stelle proprio in alto. Così appesa sopra un concerto di David Bowie lei si apriva lasciandomi cadere.
Io sono Demon e la luna è mia madre”
Ancora
“E nuotando beviamo l’acqua che è vino e mi immergo sorseggiando riemergo ridendo per la stravaganza dell’evento studio un po’ chi mi circonda in questo bagno serale etilizzato nel migliore dei modi per sorprendere e ubriacare. Galleggiando nell’alcol perdo parte di me senza rancore annego tutto il non desiderato sentire e anche Desdemona mi appare meno da fottere e uccidere e nessuna domanda sul perché ci si accarezza nuotando”
Ecco Aurora apparire in un tubino di maglia a maglie larghe che lascia intendere che lei sa essere puttanella-volgarotta ma non per colpa sua. E tra un sorriso innocente e il mettere in mostra il marcato rossetto si avvicina al bancone ove la luce più intensa mostra i suoi gentili lineamenti misti da una voglia di trasgredire che con sapienza controlla come da usuale abitudine. Ci sa fare, e appunto per questo non mi sconvolge.
La tremenda innocenza di un sorriso sornione mi colpisce di più che una scollatura in mostra.
Flamminia le tocca il seno e ci consiglia di fare altrettanto.
Finiscono allegramente due bottiglie di champagne tra le quali un millesimato italiano di cui le ragazze ignorano l’importanza e il costo.
Passiamo molto tempo nella loro estrosa compagnia e facciamo molte foto che chiedo mi siano inviate per mail. Flamminia condivide con me un panino.
Ci invitano a terminare con loro il compleanno al circolo Pavese, mi sento troppo ben vestito per andare a quel’ora e Gaetano mi dice che prima andiamo a trovare un suo amico, a proposito di champagne, per il quale deve fare una commissione.
Ci diamo appuntamento per più tardi al circolo Pavese, Flammina mi dice di andarla a trovare a Londra, non mancherò.
Ero fuori in meditazione che fumavo la seconda e ultima sigaretta della settimana quando le mie nuove conoscenze escono dal locale. Flamminia, mi bacia in bocca proprio con la lingua e mi dice “sei un uomo che ha un buon sapore quando fumi”
Forse le donne questa settimana sono in vena di complimenti, o siamo sotto Natale, oppure qualche incrocio di pianeti mi è favorevole, almeno in parte, anche perché è un trattamento “easy” che Flaminia non riserva solo per me, il soggetto rispecchia a pieno la filosofia “peace & love “
Chiamo la vettura che porterà me e Gaetano, prima a casa sua per prendere una bottiglia di champagne particolare, da omaggiare al proprietario dell’osteria il Moretto, poco fuori porta San Mammolo. Non vi ero mai stato precedentemente, il locale è tipico Bolognese, me lo immagino in una versione “lounge” ma sarebbe uno snaturarlo e una forzatura veramente orrida.
Il posto è bello pieno se pur il parcheggio in quella zona non sia di certo cosa facile.
Parliamo amabilmente con l’oste e ci offre una bottiglia di champange decisamente buono. Poi mi parlano di una bottiglia spagnola che prendono da in distributore di Genova che ha la particolarità di essere lavorata con del ferro battuto in esterno. Me la mostrano, ma non possono farmi sentire il contenuto perché ancora calda. La bottiglia è molto particolare, poi uno champagne spagnolo mai lo avrei immaginato come prodotto di qualità, insomma c’era in me il precetto o dogma, Champagne=Francia.
Passiamo più di un’ora all’interno della taverna, chiamo un’altra vettura e ci facciamo portare al Formosa, locale molto alla moda in quel momento. Saturo di ragazze. Ritrovo come da programma e saluto il gruppo baldoria, bevo qualche drink ancora a sbaffo, ma una cosa rapida, tanto che faccio aspettare fuori l’autista e poco dopo gli chiedo di portarci al Pratello. Sul momento l’autista, che aveva una certa abitudine ai locali che generalmente frequento e che mi conosceva mi dici con aria interrogativa “Pratello?” – Non era usuale che frequentassi quella zona. Confermai, cominciò la nostra corsa. Quando arriviamo al pratello angolo pietralata esco quasi imbarazzato dall’auto-blu e sento gli occhi delle persone guardare i due “galletti” appena arrivati, al Formosa sono più abituati a vedermi arrivare con l’autista, ma poco male, con non-chalance ci infiliamo in un locale. Prima Monastero, giusto per ambientarci, poi circolo pavese ove ritroviamo le nostre precedenti conoscenza, Aurora e Flaminia. Appena si rendono conto di chi siamo, il che avviene abbastanza dopo ad averci visto a dire il vero, ci riservano qualche minuto di calde effusioni, al limite della pornografia. Tornano poi a dare spettacolo proponendo ai pochi avventori rimasti, balli al limite dell’erotico con qualche leggero ulteriore sconfinamento pornografico. Aurora non ci nota molto, è un po’ presa nel suo show.
Ritorniamo in via del pratello in loro compagnia e quasi appoggiandoci ad una porta che è di vetro, molto piccola, entriamo in un altro locale, non avrei mai pensato che quella fosse una porta e non avevo mai visto prima quel locale, forse era un circolo privato. Siamo dentro ad un posto molto buio, composto da 2 sale, una ancora più buia ove si trova un numero discreto di persone, molti mi sembrano gay.
C’è un ragazzo che suona un pianoforte, è veramente molto bravo, tanto che segno sulla mia agenda qualche appunto sulla cosa. Poi mi alzo, vado al piano e suono con lui qualche nota, in realtà suono la tonica “bassa” dell’accordo che lui produce, nulla di difficile. Poi piango.
Dopo questo locale termina la nostra corsa. Non so dove fossero svanite Aurora e Flaminia ma i tempi erano fatti. Torno a casa in condizioni quasi imbarazzanti e sono le 05,40 di mattina, il giorno che verrà sarà un lungo giorno, devo preparare la cena per i miei amici e ospitarli in abbazia.
Sono stato particolarmente contento di aver conosciuto quelle due matte e di essere uscito con Gaetano con il quale ho piacevolmente discorso per tutta la sera. Molta filosofia e molta vita.
Anche lui si è occupato di letteratura, adesso si occupa di cabaret e teatro, sono convinto che avremo una proficua collaborazione. [ nota dopo anni = non abbiamo avuto alcuna collaborazione, ma siamo rimasti molto in sintonia ]
Donna,
che di difetto d’uomo non ti curi
che d’irascibile sensibilità t’accendi
che d’incertezza fingi di essere vestita
ma che la stessa usi per scalare nei ragionamenti.
Donna,
bambina allegra,
presto cresci adulta
con sorpresa ti volti al passato
tendendo la mano a quella bambina
ma più non si può raggiungere.
E così nelle forme ti trovi quasi estranea
Come se tue non fossero
E sai quanto vale il tuo sacro potenziale.
Ti costa cara la tua bellezza.
Donna,
che ammagli uomini
come rete prende pesci,
ma poi in acqua li riponi per non farli soffrire
soffri per quello che sfugge veloce senza voltarsi.
E sai che in altra rete finirà
a pescatrice che in acqua lo farà tornare.
Donna,
madre, creatrice di vita
Porti il peso che conosci.
Madre capisci quando madre diventi.
Donna,
Nei tanti vestiti i tuoi diversi caratteri
Mai lontana dal cuore
Capace di tenere a freno la mente.
Alla speranza mai neghi sentiero.
Donna,
rossetto acceso
padrona e serva
Di natura non rubi cuori
come luna per le maree
li attiri nella tua orbita
e lì a portata di mano
non li sai cogliere
Sei consapevole che nel momento
Che lo volessi fare
presto sarebbero
corrotti
Donna,
che per destino orienti l’uomo
che per bellezza natura non supera
che perfetta sei stata formata
ad uomo to avvicini per passi
senza slancio ma senza pausa
e al fianco lo tieni per braccio
perché ti possa portare
dove anche da sola saresti arrivata
ma che per passione e ragione
il tratto con lui percorri.