E’ piovuto molto sui tetti delle case,
sul polveroso selciato,
sulle automobili ferme nei loro parcheggi.
Una pioggia a tratti violenta rotta
dall’eco di fulmini incalzanti che
illuminavano la nostra camera.
E questo chiaro scuro mi mostra il tuo viso,
i cui tratti morbidi e delicati
contrastavano con quel poderoso temporale.
E mi piace credere
forse ingenuamente
che la sicurezza sul tuo viso
quella serenità e quella pacata limpidezza
fosse cosi naturale per via della mia vicinanza.
Quale vero cercatore ha veramente sperato di
trovare ciò che cercava?
Così vana sarebbe la verità della risposta
che stavo rincorrendo,
e così inutile saperlo,
siccome tu sei presente.
Così la pioggia che mi bagnava
diveniva
si dolce e moderata
ormai inesistente.
E domani, il nuovo giorno
luce e sole ci aspettano e, se così non fosse,
rimane sempre la nostra camera.